Pensiero sui pensieri "velati"

20.08.2016 00:45

Le religioni sono le sembianze della grande debolezza del pensiero umano.

La Fede regala agli umani le risposte, ma fa perdere loro le domande.

Chi si nutre di dogmi si sazia di certezze indiscutibili.

Chi si accompagna al dubbio non ha certezze, ma solo possibilità.

Tanto le religioni dell’aldilà, quanto quelle dell’aldiqua, sono le zavorre storiche del libero pensiero.

Tra le religioni dell’aldilà, le più velenose sono le monoteiste.

Il dio di Mosè, di Gesù e di Maometto è lo stesso sovrano che regna sullo sgomento umano.

Il filo della Storia ha legato in parte i polsi al dio di Mosè e di Gesù, ma non le gambe al dio di Maometto.

Un dio pesante, che cammina e calpesta.

Il libero pensiero, calpesta. La tolleranza, calpesta. La laicità degli Stati, calpesta. Le libertà personali, calpesta. I sogni, le speranze, i desideri, calpesta…

Ma un elemento in particolare sembra schiacciare con più forza sotto il suo devastante peso: la donna.

È il dio elefante che inorridisce alla vista del topolino.

Un topolino, al quale è dato vivere a patto che stia separato dagli uomini durante le preghiere. Che nasconda tutto o parte del proprio corpo sotto un burqa, un niqab, un hijab, un burkini, …

Un topolino a cui è permesso mostrare le proprie  forme solo al proprio micio-padrone-marito, magari condiviso con altri topolini.

Più di qualcuno definisce la messa in opera della legge del dio elefante tradizione o, peggio, cultura.

Ma si può definire cultura un corpo femminile imprigionato dietro sbarre di tessuto?

È cultura la donna che in pubblico deve trasformarsi in Belfagor affinché il micio-padrone non rischi che gli altri mici le diano una sbirciatina?

È cultura che una donna debba bagnarsi al mare o al lago o in piscina mettendosi addosso una sorta di muta subacquea che le deve restare appiccicata al corpo anche dopo aver fatto il bagno o stando sotto al sole?

È cultura che il micio-maschio non sia sottoposto allo stesso trattamento della donna-topolino?

E che possa sfoggiare liberamente il suo viso, i suoi baffi e rinfrescare la pelle delle sue gambe libera da indumenti?

 

Conclusione

Dunque se mi chiedete se tutto ciò è cultura, io rispondo NO!

Se mi chiedete se l’infibulazione è cultura, io rispondo NO!

Se mi chiedete se la poligamia del micio-padrone-marito è cultura, io rispondo NO!

Se mi chiedete se una bambina di otto anni può andare in sposa ad un micio-padrone, io rispondo NO! Questa NON È cultura.

Tutto ciò è parte di un oscurantismo senza dubbio più ampio.

Un oscurantismo entro cui si distinguono, certo, non solo i barriti del dio elefante, che però restano ciò che per loro natura sono: sgradevoli e fastidiosi rumori per orecchie che tendono ai suoni della libertà, dell’uguaglianza, della tolleranza e della ragionevolezza.

 

 

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