La conservazione delle marmellate

30.03.2013 22:35

Alcune volte ho partecipato al “Comitato di Valutazione”. Per i non addetti ai lavori, il “Comitato di Valutazione” è formato da un gruppo di insegnanti e dal dirigente scolastico che ha il compito di valutare, a fine anno scolastico, l’attività e la professionalità dei docenti neo immessi in ruolo (coloro che hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato).

In realtà il “Comitato di Valutazione” non valuta assolutamente nulla, limitandosi, il più delle volte, ad ascoltare il poverino o la poverina che, prendendo la cosa sul serio, mostra una certa emozione nell’esporre ciò che ha fatto nelle classi durante l’anno scolastico. Raramente i membri del Comitato leggono in maniera approfondita i diari di bordo o le tesine degli “esaminandi”. E raramente il Comitato, di fronte ad una manifesta non attitudine all’insegnamento di un neo immesso in ruolo, formula un giudizio sanzionatorio. Il Comitato è parte di un rito il cui epilogo sono i “tarallucci e vino” sostituiti da “pasticcini e bibite”, la parte, senza dubbio, più interessante del rito valutativo.

Un giorno mi sono trovato di fronte ad una docente che, seppur neo assunta, aveva alle spalle molti anni di insegnamento. Avevo letto con attenzione il documento da lei prodotto in cui presentava il lavoro svolto con i suoi alunni in classe. Durante la presentazione del proprio lavoro, la docente sottolineò quanto importante e fruttuoso fosse stato un “progetto” da lei ideato, programmato e svolto, che aveva lo scopo, a suo dire, di sviluppare nei suoi alunni alcune “competenze” (già, le competenze!) matematiche.

Ad onor del vero, l’insegnante aveva scritto poche righe sul “progetto”, ma in compenso aveva allegato una straordinaria documentazione fotografica che poteva essere ricondotta però a qualsiasi attività scolastica, progettuale o ordinaria.

Per capirne qualcosa di più, chiesi lumi all’insegnante in merito alle attività svolte nel progetto. In particolare le chiesi se tra le attività ne fossero previste alcune con lo scopo di sviluppare negli alunni “la conservazione delle quantità” (1), omettendo di specificare, perché dato per scontato, “numeriche, delle lunghezze e dei volumi liquidi”. Come risposta ottenni un imbarazzante: “In che senso?”. Capii che ignorava l’argomento e cercai di sviare, iniziando a parlare d’altro, ma il dirigente scolastico presente (un piccolissimo dirigente) volle dare prova della sua sapienza e in uno slancio di soccorso non richiesto esordì: “Ma certo, quelle attività che i bambini svolgono con le conserve come la... MARMELLATA!”.

 

(1)“La capacità di astrarsi da indizi superficiali, quali la forma o la densità dello spazio occupato dagli

oggetti di più insiemi, per stabilire relazioni di confronto di tipo quantitativo.”

 

 

—————

Indietro


Contatti

Maestro Maurizio