Il diavolo e l'acqua santa

19.09.2015 00:15

 
All’inizio dell’anno scolastico, di ogni anno scolastico, le scuole approvano quintalate di progetti. Più se ne hanno e più se ne fanno. I progetti degli esordi erano pochi e rappresentavano la voglia di percorrere strade educative alternative per spingere gli alunni ad aumentare la propria motivazione ad apprendere e a mettere in condizione gli insegnanti di apprezzare ulteriormente il loro difficile compito. La parola “progetto”, nella scuola, assumeva un significato pari a quello che la parola “riforma” assumeva nella società: modificare o cambiare le regole del gioco per far star bene una più ampia platea possibile di cittadini. Negli ultimi anni le parole “riforma” e “ progetto” hanno assunto invece un significato il più delle volte nefasto. Le definirei parole “velo” dietro cui si nascondono scelte politiche ed educative che ci rimandano ad un passato remoto non invidiabile.  Per tornare ai progetti attuali che ornano i piani educativi delle scuole, spesso rimango basito dalla facilità con cui questi vengono approvati dai docenti. Il più delle volte si accolgono a scatola chiusa o tutt’al più se ne conosce solo il titolo. Tra la pletora di progetti si può trovare di tutto. Potrei iniziare con i progetti che raggrupperei tra quelli manifestamente incoerenti come il progetto di educazione alimentare coordinato da un docente che poi magari scopri essere un esempio di sregolatezza alimentare al progetto di educazione alla legalità, la stessa che molte volte viene calpestata proprio da chi nella scuola dovrebbe rispettarla e farla rispettare. Poi potrei continuare con i progetti che annullano in un solo colpo la funzione del docente e la sua stessa presenza fisica. Parlo dei progetti la cui realizzazione prevede l’intervento continuo di una o più figure esterne: progetto calcio, basket, rugby, pallavolo, spagnolo, tedesco, cinese, ecc. Questo tipo di attività, tutte nobili e apprezzabili, in realtà non vanno ad arricchire o potenziare il bagaglio culturale proposto dalle scuole, ma al contrario detraggono tempo a quelle attività che la maggiore agenzia istruttiva del Paese deve quotidianamente svolgere. Credo che la scuola, e soprattutto quella dell’obbligo, debba orientarsi soprattutto in direzione di quei settori della cultura che sappiano fornire agli alunni i fondamentali delle conoscenze, delle abilità e delle competenze senza i quali è difficile prevedere che in un individuo possa permanere la voglia di continuare a conoscere, ad apprendere e, aggiungerei, ad evolvere. Ma la categoria dei progetti più deleteri che infesta la scuola da qualche anno a questa parte è quella a cui appartengono quelle iniziative sponsorizzate da multinazionali, aziende private, ipermercati, e quant’altro rientri nel panorama di quei soggetti o enti che si muovono all’interno di logiche non propriamente culturali, ma, per loro natura, indirizzati verso la massimizzazione dei guadagni e che vedono nella competizione il punto forte per la loro sopravvivenza. Questa categoria di progetti penetra spesso nelle scuole con lo scopo di rimpinguarne le magre casse. Alle volte basta solo dire sì alla proposta di uno di questi soggetti per vedersi accreditare sul conto della scuola qualche migliaio di euro. Fino a poco tempo fa almeno una qualche selezione veniva fatta per non imbarcare soggetti e marchi non propriamente coerenti con le proposte formative della scuola, oggi invece si spalancano le porte appena affiora la parolina magica “finanziamento” previsto nel progetto farlocco. I tempi cambiano e il progresso incalza. Progresso. Toh! Un’altra parola che è finita a far compagnia a “riforma” e “progetto”. Il progresso si fa sentire e soprattutto vedere. Nelle scuole progredite possono ormai convivere il diavolo e l’acqua santa. Accanto ad un progetto per l’educazione alimentare può tranquillamente starci il progetto “Nutella” (approvato in alcune scuole di Roma), la famosa crema di cacao fatta con l’olio di palma, che ottimo alimento non è e proprio bene alla salute non fa. Il progresso non pone limiti, a quando allora un bel progetto “Marlboro”? Qualche migliaio di euro regalati alle scuole è un argomento più che convincente per essere approvato e adottato.
 
Immagine: Hieronymus  Bosch "Il carro di fieno" particolare

—————

Indietro


Contatti

Maestro Maurizio