Banco privato

26.11.2012 22:40
 

Qualche settimana fa ho incontrato la mamma di una compagna di scuola di mio figlio.

Lei:”Ciao, hai saputo del problema dei banchi nella classe dei nostri figli?”

Io: “So che ancora fanno lezione sui banchi della prima classe (ora i bambini frequentano la terza classe)”.

Lei:” Oh, alla mia piccola le si incastrano le gambe sotto al banco; inoltre rischia una cifosi a furia di stare per otto ore con la schiena piegata in avanti”.

Io:” Già. Credo che sia un problema per tutti i bambini della classe. Dovremmo andare dal dirigente scolastico e chiedere spiegazioni in merito”.

Lei:”So che qualcuno ha provato ad andare in presidenza, ma il dirigente non l’ha ricevuto”.

Io:” Penso sia meglio andare con un nutrito numero di genitori e non isolatamente. Più il problema è condiviso più efficace è la pressione”.

Lei:” Quello fa come vuole. È il capo della scuola. Se decide di non ricevere, non riceve. Anche se in presidenza ci vai in venti”.

Io:” No scusa, è un funzionario pubblico... non può non riceverti. Riceverà per appuntamento, ma deve ricevere. Un dirigente scolastico ha il DOVERE di relazionarsi con le famiglie degli alunni”.

Lei:” Lascia stare, è soltanto una perdita di tempo. Bisognerebbe invece fare come ha detto mio marito”.

Io:” E come ha detto tuo marito?”.

Lei:” Bisogna trovare un pezzo grosso del ministero che lo solleciti al dialogo. Allora sì che metterebbe la coda in mezzo alle gambe e aprirebbe la porta di quella torre d’avorio in cui si è barricato”.

Io:” Ma in questo modo ci alieniamo un diritto. Rinunciamo ad essere cittadini e diventiamo sudditi del potente di turno. No guarda, chiamiamo il nostro rappresentante di classe, che è stato appena eletto. Concordiamo con lui un incontro, invitiamo tutti i genitori e decidiamo come meglio muoverci, senza escludere una possibile azione legale…”

Lei:” Sì, l’azione legale… ma fammi il piacere. Ma dove vivi. Hai i soldi da regalare agli avvocati? Mio marito ne vede di esposti e di denunce. Vuoi sapere dove vanno a finire? Nel secchio, e nemmeno in quello della differenziata”.

Io:” Scusa, ma che lavoro fa tuo marito?”.

Lei:” Il carabiniere”.

Io:” Ah!”.

Lei:” Io comunque non sono disposta a tollerare oltre una situazione del genere. Mia figlia prima di tutto! Prima di tutto il suo benessere!”

Io:” Sono d’accordo. Non si può tollerare che in una scuola pubblica oltre ai gessi, alla carta igienica, al materiale di facile consumo manchino ora anche i banchi idonei su cui far studiare i nostri figli. Bisogna agire!”.

Lei:” Appunto. Ieri sono andata sul sito IKEA. Ne ho visti alcuni della dimensione giusta. Veramente graziosi e funzionali. Ho visto i prezzi. C-O-N-V-E-N-I-E-N-T-I-S-S-I-M-I. Povera piccola, finirà di contorcersi… domani le comprerò un banco!”.

N.B.: ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale? Un po' sì e un po' no.

 

 

—————

Indietro


Contatti

Maestro Maurizio